L’arrivo del Buddhismo in Sri Lanka

L’arrivo del Buddhismo in Sri Lanka

Mihintale è il luogo da cui il buddhismo si diffuse in tutto lo Sri Lanka.

Si narra che il re di Anuradhapura, Devanampiya, durante una battuta di caccia sulle colline di Mihintale, incontrò Mahinda, il figlio – o il fratello –  dell’imperatore buddhista dell’India, Ashoka – mandato in Sri Lanka per far convertire il suo popolo al buddhismo.

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Mahinda per testare la purezza intellettuale di Devanampiya e capire se era pronto per accogliere gli insegnamenti del Buddha, gli propose l’indovinello dei manghi:

“Come si chiama questo albero, oh re?”
“Questo albero si chiama mango”
“C’è un altro mango oltre a questo?”
“Ci sono molti alberi di mango”
“E ci sono altri alberi oltre a questo mango e agli altri manghi?”
“Ci sono molti alberi, signore; ma quelli sono alberi che non sono manghi”
“E ci sono, oltre agli altri manghi e a quegli alberi che non sono manghi, altri alberi?”
“C’è questo albero di mango, signore”.

Grazie a questo esercizio logico Mahinda valutò il re come all’altezza di ricevere gli insegnamenti del Buddha e iniziò a convertire il re e tutto il suo seguito. Da quel momento il buddhismo iniziò a diffondersi in Sri Lanka e diventare la prima religione dell’isola.

Tutto questo avvenne intorno al 250 a.C. e trasformo lo Sri Lanka nella nazione buddhista più antica del mondo.

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